Storia della razza

Ma quale ne è la terra d'origine? Sono state avanzate varie e differenti teorie: non possiamo asserirlo con sicurezza, ma esiste la possibilità che il Mediterraneo orientale sia stato la culla della razza, diffusasi poi in India e, a ovest, verso l'Europa. Ne potrebbe essere la prova una statuetta in terracotta rinvenuta fra le rovine di Micene risalente al 1600 a.C. raffigurante un cane con orecchie dritte, corpo bianco a macchie rotonde nere. E ancora all'area meditteranea ed ancor più indietro nel tempo riporterebbero due dipinti databili rispettivamente al 3000 ed al 2000 a.C. proveni

I pittori

E ancora due Dalmata furono protagonisti del celebre quadro di Francesco Castiglioni che si tro va nel castello di Berchtsgaden ai confini della Baviera (1695). E' intitolato "Cani da caccia e loro addetti"; ciò che colpisce di più è l'atteggiamento del Dalmata che sta in grembo al ragazzo che si occupa dei cani, abituale per quasta razza che crede spesso di essere "da grembo".
E' da annotare una presunta origine indiana, più precisamente bengalese, per analogia con una razza locale di cani da caccia simili al dalmata per la pezzatura. Daciò deriva una denominazione in cui, ancora oggi, ci s'imbatte per definire il Dalmata. "Segugio del Bengala". Ma, a onore del vero, questi segugi hanno sempre avuto il fondo del mantello fulvo mentre il Dalmata lo ha bianco puro.

In Inghilterra, pare, fu introdotto agli inizi del Seicento, chi dice dall'Italia, chi dal territorio della ex Jugoslavia, al seguito di zingari, di acrobati o di artisti del circo. Secondo le osservazioni di Bewick riportate nel libro di Jesse (1857), il Dalmata è originario della Dalmazia da dove, successivamente, fu trsferito in Italia. E' indubbio che l'Inghilterra abbia comunque il merito di aver saputo apprezzare per prima la razza, non solo per l'aspetto decorativo e appariscente del mantello, ma anche per la versatilità e le molteplici doti: paese notoriamente amante dei cavalli, seppe ben valutare questo cane, che dimostrava un singolare affiatamento con gli equini. Fu anche addestrato, proprio per la sua indole, a seguire le carrozze e le diligenze di lungo percorso. Duplice era lo scopo di queste scorte: nel primo caso veniva considerato elegante uscire in carrozza per il passeggio con una bella coppia di Dalmata al seguito, quasi fossero dei valletti. Più utile era il servizio nel secondo caso: quando le strade non erano sicure per le frequenti imboscate di briganti e malfattori, il cane precedeva di poco la carrozza e al primo pericolo dava l'allarme abbaiando. Per queste tipiche funzioni la razza prese anche il nome di "Coach Dog".
Il Dalmata fu impiegato, nel corso dei secoli, in molteplici funzioni: in guerra come portatore di fucili, come cane da spettacolo nei circhi equestri, dove si esibiva con grande maestria, ottimo guardiano nei castelli, buon compagno dei bambini, guida per i non vedenti e in tante altre mansioni.
Con l'avvento delle automobili, la razza ebbe un periodo di poca notorietà, ma grazie al suo meraviglioso mantello la vediamo riemergere con prepotenza e imporsi nei tempi moderni.
Questa antica razza canina arriva ai nostri giorni senza aver subito nessun mutamento morfologico ed estetico. Il Dalmata ha sempre avuto la stessa forma e dimensione, lo stesso mantello e il medesimo carattere.
Vista una sempre maggiore diffu

La sua popolarità raggiunse l'apice con l'uscita sugli schermi del celebre film a cartoni animati di Walt Disney (1961): "La carica dei 101". E' d'obbligo sottolineare che questo film non è frutto di pura immaginazione e fantasia ma rispecchia realmente la sensibilità, l'intelligenza e il coraggio di questo cane.